Il nucleo dell’esposizione è costituito da un gruppo di capolavori di Giorgio de Chirico (1909-1919)
appartenenti al periodo metafisico. Traduzione pittorica della sensibilità e della particolare concezione della vita maturata dall’artista attraverso la lettura di Nietzsche, la poetica metafisica viene riconosciuta come l’espressione dello stato d’animo di un intero secolo. Alienazione e solitudine. Senso di abbandono, isolamento, inquietudine e disperazione: De Chirico approda alla raffigurazione avant lettre del “grande silenzio” generato dal primo conflitto bellico.
Celebri artisti e poeti si identificano immediatamente in quella enigmatica visione del mondo e in quella rappresentazione delle cose straordinariamente lucida e penetrante. Il linguaggio di De Chirico diventa così imprescindibile punto di partenza per la ricerca di artisti eterogenei, dalla Metafisica al Surrealismo.
In mostra, con il gruppo di capolavori metafisici di De Chirico anche opere di René Magritte e Balthus e di altri artisti quali Max Ernst, Carlo Carrà e Giorgio Morandi che in vario modo attinsero alla lezione dechirichiana.